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22 Apr

Quale tessuto scegliere per il tuo divano nuovo?

Consigli utili per l’acquisto

Il divano è il cuore della zona living e per sceglierne il rivestimento adatto, ricordatevi di considerare il tipo di ambiente in cui volete inserirlo e quale sarà il suo utilizzo. L’obiettivo è che possa durare nel tempo mantenendo le migliori condizioni possibili e, per una maggiore praticità, vi suggeriamo di scegliere a prescindere un modello sfoderabile, dal tessuto resistente e facile da lavare.

Differenti materiali si adattano a differenti esigenze e gusti, i principali sono:
  1. Fibre di origine vegetali quali cotone e lino. Sono pratici, con trame resistenti e lavabili in lavatrice.  Sono caldi e confortevoli ed offrono infinite varietà di colore. Tra i contro, però, tendono a stropicciarsi, scolorirsi e ritirarsi durante l’asciugatura.
  2. Fibre di origine animale quali lana, elastica e resistente, e seta, lussuosa ma delicata e costosa.
  3. Pelle, facile da pulire ma cede all’usura e si graffia facilmente, è inoltre fredda in inverno e calda in estate. La similpelle è la variante sintetica, più resistente nel tempo, meno deformabile e più economica.
  4. Poliestere, Nylon e microfibre, robusti, durevoli e altrettanto piacevoli al tatto. Non si deformano e sono disponibili in qualsiasi tonalità.

Aprendo una parentesi su questa ultima categoria, le microfibre, sottolineiamo che si tratta a tutti gli effetti di filati vantaggiosi rispetto ai tessuti tradizionali. La trama è caratterizzata da una fibra sottilissima, due volte più sottile della seta e tre volte più sottile del cotone, che rende i tessuti estremamente morbidi, leggeri, freschi e brillanti. Il livello di traspirazione è alto e la trama fitta rende la superficie forte, resistente agli strappi e agli artigli dei gatti.

Grazie all’applicazione delle nanotecnologie alle microfibre, oggi, possiamo ottenere tessuti idrorepellenti, anti polvere e antibatterici.

Questi rivestimenti sono studiati affinché lo sporco non penetri all’interno delle fibre. Il modello per questo risultato è la pianta di loto, in cui la superficie delle foglie è da un lato idrofoba e dall’altro è ruvida: la combinazione mirata di nanoparticelle e polimeri fortemente idrofobi applicano al tessuto esattamente questo effetto. La rivoluzione? Lo sporco non penetra nel tessuto e per rimuoverlo basta un po’ d’acqua e tre semplici gesti: togliere l’eccesso di materiale versato, applicare il liquido sulla macchia e sfregare dolcemente la superficie con un panno umido.

Questo trattamento anti macchia è in grado di preservarli dai piccoli inconvenienti quotidiani. La trasformazione può avvenire a tessuto finito o durante la produzione stessa del filato: senza modificare l’aspetto né la consistenza del tessuto, il trattamento agisce ricoprendo ogni fibra con uno strato molecolare invisibile che evita allo sporco di penetrare in profondità. E’ privo di solventi, mantiene inalterata la traspirabilità, non inquina e rispetta la pelle.

Il risultato è un rivestimento pratico e che necessita di una manutenzione minima. Infine i colori sono pigmenti tinti e resistono molto bene all’esposizione al sole senza sbiadire.